domenica 25 settembre 2011

Abbordaggio




Vela ad ore undici.

Binocolo.

E' ancora troppo lontana per poter giudicare. Non dev'essere grande.

Quante anime a bordo? Se l'equipaggio fosse troppo numeroso, non se ne potrà fare nulla. Quando c'è troppa gente è impossibile fare un buon colpo. Troppa confusione.

E poi ne varrà la pena?

Si vedrà. Quando ne capita una ad ore undici bisogna sempre provarci. Comporta solo una piccola deviazione di rotta e in qualche ora sarà comunque a tiro. Solo un'altra preda, ultima di una lunga lista. Prima che faccia buio.

Matamoros accelerò e i due potenti diesel emisero uno sbuffo di fumo. Una piccola macchia scura sulla distesa brillante del mare che si perderà nell'aliseo.

Aveva cominciato quell'attività ai tropici quando si era reso conto di non riuscire più a far quadrare il bilancio. La sua rendita non copriva più i fabbisogni della sua vita in mare. Per sua fortuna a motore era abbastanza veloce, e gli abbordaggi delle barche che procedevano a vela era quasi sempre possibile.

La situazione ideale era riuscire a beccare un solitario.

In quei casi riusciva a fare immancabilmente un buon colpo, sempre che ne valesse la pena naturalmente. Perché se si fosse trattato di una barca vecchia e dozzinale non sarebbe stato nemmeno il caso di tirare fuori l'artiglieria. Sarebbe finita lì, con perdita di tempo e di gasolio.

Ma se invece fosse capitato di incrociarne una di classe, moderna o d'epoca non importa, purché ricca di stile... Il gioco avrebbe fatto al caso suo, e la cassa di bordo rimpinguata.

Andò sottocoperta e da una piccola scatola di teack estrasse un Cohiba Robusto e se lo accese, poi tornò in pozzetto e osservò la sua preda con il binocolo.

Era già più vicina, ma non sarebbe stato in grado di stabilirne le dimensioni nemmeno con approssimazione.
Si augurò misurasse almeno una cinquantina di piedi. I migliori risultati li aveva sempre ottenuti a partire da quella lunghezza, anche se in tal modo aumentavano i rischi di incontrare un equipaggio numeroso che avrebbe creato confusione. E la confusione nel suo lavoro era il peggior nemico.

Si era ridotto a dover ricorrere a questi espedienti per la sua sussistenza in mare dopo che lei si era decisa finalmente a lasciarlo.
Un buono a nulla e un pozzo senza fondo, ecco cos'era.

La passione di lui per la tequila e i sigari cubani avevano prosciugato sentimenti e finanze di lei. Così, se ne era andata con il Polacco.

Jane. Sempre stata esterofila.

Texana di El Paso, studiosa di oceanografia, aveva incontrato Matamoros durante una spedizione di ricerca sui cetacei della baia. Il viaggio delle balene grigie dalle acque della Siberia e dell'Alaska sino a Baja California nasconde uno dei grandi misteri del Pianeta. Quattromila miglia percorse per soddisfare l'atavico istinto della riproduzione. Un evento straordinario agli occhi di un'oceonografa appassionata come lei.

Nel mese di febbraio di tre anni prima, tra cuccioli di balena grigia e scenari naturali di una bellezza sconvolgente, Jane si era innamorata di Matamoros, l'unico Messicano imbarcato in quella spedizione.

Lui poi la convinse a imbarcarsi sulla sua bagnarola. Un vecchio trawler di legno che di buono aveva solo i motori, sostituiti di recente. Il fasciame era marcio, in più punti, e, anziché sostituito, rappezzato maldestramente con dei rinforzi in resina che lo condannavano irrimediabilmente ad una fine precoce. Una barca senza futuro, come la storia di quei due.

Ma Matamoros non aveva mai pensato al futuro in vita sua. Solo a come sbarcare il lunario.

Aveva lavorato per diversi anni, e nel suo mestiere era anche tra i migliori. Ma non se ne era mai appassionato. Lui amava il mare, il dolce far niente, le donne, la tequila ed i sigari cubani. Lavorava solo se costretto.

Ma ora aveva trovato un rimedio.

La preda era ormai molto più vicina. Poteva distinguerla bene. E non poteva credere ai suoi occhi! Il Meteor 51!!! Era stato incredibilmente fortunato!

La goletta classica, ispirata a quella originale del 1909 appartenuta all'Imperatore Guglielmo II, era di costruzione recente, con gli alberi in carbonio verniciati di bianco per apparire di legno, e quasi completamente automatizzata nelle manovre. Apparteneva a Sir Landon Hinchinghooke, Visconte di Essex, noto per la sua eccentricità. Amava infatti navigare con la sua barca in assoluta solitudine!

Questa volta il colpo sarebbe stato straordinario!

Matamoros ridusse i giri dei motori e si avvicinò lentamente al giardinetto sinistro della goletta.

La fortuna continuava ad assisterlo sfacciatamente: l'eccentrico miliardario era immobile in pozzetto, in una posizione che non dava adito a dubbi.
Si era appisolato.

Matamoros sorrise, aggiustò di pochi gradi la sua rotta sul pilota automatico e ridusse ultriormente la velocità del suo trawler.

Ormai le due barche erano affiancate.

Il messicano estrasse il suo cannone, così chiamava affettuosamente la sua arma preferita, e inquadrò la testa di Sir Landon Hinchinghooke.

Dormiva. L'ingrandimento era così spinto da poter distinguere un riflesso dei raggi del sole al tramonto su di un filo di bava colata sul mento dalla bocca aperta dell'uomo addormentato.

Posò il dito sul grilletto del “cannone”, e poi, al momento giusto, premette un po' più forte.

Si percepì chiaramente il rumore dello scatto metallico del meccanismo di ribaltamento dello specchietto della sua Nikon dopo che il grilletto posto sull'enorme teleobiettivo azionò il pulsante della fotocamera reflex.

Poi seguì una sequenza di centonovantasette scatti che ripresero veramente tutta la scena.

Dall'espressione del viso abbandonata e indifesa, quasi infantile, di Sir Landon ai dettagli più nitidi del suo magnifico yacht, sino alle inquadrature più larghe della maestosa goletta in navigazione. Come se non bastasse la fortuna avuta sino ad allora in quel momento il vento rinforzò e l'imbarcazione prese un assetto più sbandato e coreografico. Foto davvero suggestive. In quel mentre il Visconte di Essex si svegliò e si accorse con disappunto di essere stato fotografato da uno sconosciuto a bordo di uno scassatissimo trawler, che già si stava allontanando.

Quel servizio fotografico avrebbe reso a Matamoros almeno cinquemila dollari vendendo le foto della barca ai giornali specializzati di vela, e altri venticinquemila vendendo le foto di Sir Landon ai giornali scandalistici e di gossip.

Il Messicano avrebbe avuto mare, tequila e Cohiba Robustos ancora per un po'.

6 commenti:

Annalisa Silingardi ha detto...

,,Wowww! Il pirata del gossip! Sei di moda! Bello il raccontino, con sorpresa finale. Bentornato...sai che aspettiamo con impazienza le avventure rocambolesche dei tuoi personaggi. Anche per questa volta è andata bene!!:-)))Baci

Milo ha detto...

Ciao Annalisa!

Mi piacerebbe ricominciare a postare un po'! Vedremo nei prossimi giorni!

Continuare a seguirmi è un po' dura visto l'andamento discontinuo del mio blog.

Grazie!!!

Un bacione!!!

:) :) :)

riri ha detto...

Magnifico racconto!!!!Adoro i pirati, quelli che fotografano però:-)))A dirti il vero leggendo avevo pensato al peggio, poi (profana come sono in materiale fotografico, pensavo più ad una mitagliatrice):-) ma non ridete di me, sono disarmata:-)))Un abbraccio ad entrambi, bentornati tra mari...baciamo le onde;-)
ps. adesso cerca di farci compagnia con i tuoi bellissimi post, attesi a lungo, ma ne valeva la pena, un abbraccio anche dal Boss..Kiss

Milo ha detto...

Carissima Riri!!! :) :) :)

Sono molto contento che ti sia piaciuto! Io pensavo ad un fucile telescopico e poi guarda che mi ha combinato quella birba di Matamoros! Un semplice fotografo! ;-))

Cerco subito di accontentarti con un nuovo post entro stasera!!!

Baci e abbracci!!!

:) :) :)

Anna B. ha detto...

Tornata nel mondo dei blog sono arrivata anche da te...
Ho letto a ritroso fino a qua, è sempre un piacere scorrere le tue storie!
Che siano ispirate da sogni, da realtà o dalla fantasia sei sempre bravo nel raccontarle.

...Posò il dito sul grilletto del “cannone”, e poi, al momento giusto, premette un po' più forte. Si percepì chiaramente il rumore dello scatto metallico del meccanismo...
Mentre leggevo provavo qualcosa di familiare. Strano, pensavo, visto che non ho mai sparato. E invece... Per forza mi era familiare, ne sa qualcosa Massimo che, quando passeggiamo, alza spesso gli occhi al cielo per le continue soste-scatto che faccio! E dire che è stato lui a trovare quella reflex a prezzo ribassatissimo... è amore, eh eh!

Spero tutto bene per te, ho letto qua e là nei commenti che non sei stato molto presente sul blog, io quasi per niente da un bel po'! Ma penso d'essere tornata.

Ti lascio un sorriso e un abbraccio e... arrivederci!

Milo ha detto...

Ciao Anna!!!

Che bello risentirti!

Fotografare è una passione! Ti spedirò una bella foto di mare e libertà!

Un abbraccio ed un bacione!

:) :) :)