Erano passati trent’anni e la sula era ancora lì, con la sua aria mesta e con la sua ala pesta e malridotta dall’età veneranda di questo uccello rattrappito e scarnificato che è andato fino al Polo, e non ci tornerebbe più.
E la sula era sempre lì, su quella boa senza senso davanti al molo dell’Hotel assurdo, edificato là, dove di viaggi allucinanti, di lune di miele stralunate, di amplessi al ciclostile, non se ne farebbero più.
Ed io ero ancora lì, in quel cazzo di posto incredibile, su quel barchino senza tempo, col fuoribordo sempre acceso, sotto un sole tropicale implacabile e freddo.
E il giornale aperto che copre la faccia, ma mostra la pancia, e la sabbia sul pene che sembra impanato. Lei ora lo mangia, e poi torna a casa. Casa con le volanti e tre ordini di crocette, casa senza padrone e con tanti amanti.
E le amarezze dell’amico triste, e i sadismi mal riposti della sua donna impazzita.
E la sula che mi guarda ipnotica e ipnotizzata dal suono del motore che non si ferma mai, dal dondolìo della boa senza senso, e dal ticchettìo del mio cuore.
Aria. Aria che pesa. In un mattino esterrefatto all’Honey Moon Beach Hotel.
Nota: la sula è un uccello tropicale.
L'immagine è tratta da:
http://www.liceoberchet.it/ricerche/geo5d_04/Galapagos/sula.htm
3 commenti:
@ TUTTI:
Sto lavorando alla seconda puntata di "Deprivazione"...
Intanto vi trasmetto un po' di "hold music" con "La sula" un brevissimo di qualche tempo fa...
Stasera però posterò "Deprivazione"!
Baciotti!
;)
Questo intermezzo non era affatto male!:)anzi!...
P.S.
Scusami prima, credo di essere stata indiscreta.
Aspetto Deprivazioni...:)
@ Nicole:
Carissima Nicole,
non sei stata indiscreta affatto! :)
Contento che ti sia piaciuta La Sula!!
A dopo,
SMACKKK!!!
^_____^
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